Sette minuti.

Partecipando al gruppo uomini ho capito che cambiare in meglio si può, partendo dall’autocoscienza: riconoscendo e nominando le modalità di vita precedenti – privilegi, pregiudizi, pigrizie, superiorità… in una parola: la cultura patriarcale in cui siamo nati e cresciuti – e scegliendo di cambiare. Vivo meglio e sono felice.

“7 minuti” è il titolo di un film che la CGIL di Pinerolo ha proposto per l’8 marzo scorso. Non ve lo racconto, ma vi invito caldamente a cercarlo e vederlo.

Il sindacato che mi invita e mi propone quel film fa un’operazione splendida, ma perché non resti fumo negli occhi i suoi e le sue dirigenti e tutti/e gli/le iscritti/e devono fare autocoscienza: la progressiva perdita di diritti e dignità dei lavoratori e delle lavoratrici in cosa dipende da loro? dalle pratiche sindacali che a partire dalla marcia dei capi FIAT dell’80 hanno visto ribaltata la stagione precedente delle lotte per diritti e dignità?

Non basta puntare il dito sul Jobs Act: quello è l’ultimo anello dei tanti “7 minuti” a cui abbiamo via via rinunciato, nel frustrante tentativo di salvare quello che nessun sindacato riesce più a salvare. La vicenda PMT insegna.

beppe